Acarajé con vatapa
2019-07-08- Cucina: Ricette Brasiliane
- Consigliato: Festività
- Difficoltà: Intermedio
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- Resa: 10
- Porzioni: 8
- Tempo di preparazione: 35m
- Tempo di cottura: 10m
- Pronto in: 45m
Acarajé con Vatapa: Un Viaggio nei Sapori Afro-Brasiliani
Un Piatto Iconico della Bahia
L’acarajé con vatapa è molto più di un semplice piatto: è un’icona della cultura afro-brasiliana, un simbolo di resistenza e di unione tra popoli. Questa specialità culinaria, originaria dello Stato di Bahia, ha conquistato palati in tutto il Brasile e nel mondo grazie al suo sapore unico e alla sua storia affascinante.
L’Origine dell’Acarajé
Le origini dell’acarajé si perdono nella notte dei tempi. Si ritiene che questo piatto sia stato introdotto in Brasile dagli schiavi africani, che utilizzavano i fagioli, ingrediente principale dell’acarajé, come alimento base. Nel corso dei secoli, l’acarajé si è evoluto, diventando un piatto sempre più sofisticato e legato alle tradizioni religiose e culturali afro-brasiliane.
Ingredienti e Preparazione dell’Acarajé
Per preparare l’acarajé, avrai bisogno di pochi e semplici ingredienti:
- Fagioli fradinho: Sono i protagonisti indiscussi dell’acarajé. Devono essere ammollati e macinati fino a ottenere una pasta liscia.
- Cipolla: Dona sapore e aroma all’impasto.
- Sale: Bilancia i sapori.
- Olio di dendê: È l’olio tipico della cucina baiana e conferisce all’acarajé il suo caratteristico colore e sapore.
La preparazione dell’acarajé richiede un po’ di tempo e pazienza. L’impasto deve essere lavorato a lungo fino a ottenere una consistenza morbida e omogenea. Una volta pronto, l’impasto viene modellato a forma di polpette e fritto nell’olio di dendê fino a doratura.
Il Vatapa: Un Accompagnamento Perfetto
Il vatapa è una crema densa e saporita a base di gamberi secchi, pane rasposo, latte di cocco e spezie. È l’accompagnamento perfetto per l’acarajé, creando un contrasto di texture e sapori che delizierà il palato.
Come Gustare l’Acarajé con Vatapa
L’acarajé con vatapa è un piatto molto versatile e può essere gustato in diverse occasioni. Tradizionalmente, l’acarajé viene servito caldo, farcito con vatapá, caruru (una salsa a base di okra) e accompagnato da vinho de palma (vino di palma). Ma esistono molte altre varianti e combinazioni possibili, a seconda dei gusti personali.
L’Acarajé nella Cultura Baiana
L’acarajé è molto più di un semplice cibo. In Bahia, l’acarajé è un simbolo di identità culturale e un elemento fondamentale della tradizione orale e religiosa. Le baiane, donne che vendono l’acarajé per strada, sono vere e proprie custodi di questa tradizione, tramandando di generazione in generazione le ricette e i riti legati a questo piatto.
Conclusioni
L’acarajé con vatapa è un piatto che va oltre la semplice esperienza culinaria. È un viaggio nei sapori e nelle tradizioni afro-brasiliane, un’immersione in una cultura ricca e affascinante. Se hai l’opportunità di assaggiare l’acarajé, non perdertela! Sarà un’esperienza indimenticabile.
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Ingredienti
- 1 kg di fagioli neri sminuzzati
- 2 unità di cipolla
- 50 grammi di gamberetti dissalati secchi
- 3 unità di pane francese fresco o morbido
- 2 e 1/2 tazza di latte di cocco
- Centinaio di arachidi, tostate e sgusciate
- 1 scaglie di zenzero
- Centinaio di anacardi, tostate e sgusciate
- 1 unità di cipolle
- 3 spicchi d'aglio
- 50 gamberi
- 1 tazza di olio di palma (o quello che preferite)
- sale qb
- olio di palma da friggere (o altro olio)
Metodo
Passo 1
Immergere i fagioli in acqua fredda per sei ore.
Passo 2
Scolatelo e risciacquatelo sotto l'acqua corrente finché non si stacca.
Passo 3
Lasciarlo scolare in un colino con un panno fino a quando non è asciutto.
Passo 4
Trasferire al miscelatore o al processore e aggiungere una cipolla, gamberetti essiccati e sale.
Passo 5
Tagliuzzare finché non ha una consistenza di pasta.
Passo 6
Versare in una ciotola e mettere da parte.
Passo 7
Sbattere l'altra cipolla nel frullatore e aggiungerla gradualmente all'impasto, picchiettando con un cucchiaio, finché l'impasto non è morbido.
Passo 8
Con un cucchiaio modellare gli acarajé e friggerli nell'olio di palma calda.
Passo 9
- Crea il vatapá -
Passo 10
Metti il pane nel mezzo del latte di cocco e lascia riposare per tre ore.
Passo 11
Scolare e mettere nel frullatore.
Passo 12
Aggiungere le arachidi, gli anacardi, lo zenzero, la cipolla, l'aglio, i gamberetti essiccati e il sale.
Passo 13
Mescolate bene e fate cuocere.
Passo 14
Aggiungere lentamente il latte di cocco rimanente e l'olio di palma e mescolare per circa 20 minuti o fino a quando rassodare.
Passo 15
Servire l'acarajé ripieno di vatapá, gamberetti e salsa vinagrette.
Passo 16
Suggerimento: Per avere un impasto morbido, nel momento che aggiunte le cipolle dovete mescolare e sbattere bene.
Commenti (2)
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8 La gente ha valutato questa ricetta
pubblicato da klaus sopra Luglio 24, 2024
confrontando le ricette tipiche dei vari paesi del mondo possiamo ricostruire le migrazioni più o meno volute o subite dei popoli.
questi ACARAJE non sono ne più ne meno degli AKARA Nigeriani, fatti allo stesso modo e con lo stesso fagiolo: il fagliolo dall’occhio nero che, facente parte della famiglia delle afroasiatica Vigna Unguiculata, ben diifferente dal Phaseulus Vulgaris di origine americana, era presente anche in italia da prima della scoperta delle americhe. In cucina non bisogna prendersi troppo sul serio, Anche la cucina Italiana è in gran parte questione di Marketing: se si fosse onesti gran parte dei piatti di cui vantiamo le origini territoriali li troviamo non molto diversi in tutto il bacino mediterraneo.
pubblicato da admin sopra Agosto 6, 2024
Ma infatti molti piatti brassiliani come anche quelli italiani e del tutto il resto viene sempra antichità, per dirti la maggior parte del cibo brasiliano viene dall’africa per via della colonizzazione, africani portati nel sud america come schiavi all’epoca che poi sono diventati gli attuali brasiliani/sudamericani mischiati con gli occidentali ed indios.
Ma alla fine dei conti molti piatti sono simili come a Napoli per dire che fanno una mezza specie di fagiolata brasiliana.
Come per dire la pizza che se uno va a vedere le origini non sono veramente napoletani come molti dicono ma deriva dall’Egito all’epoca dei faraoni ma poi fu migliorata intorno il 1880 a Napoli con il cuoco Raffaele Esposito in onore della regina margherita di savoia.